Attività hatha vidyaYogashram organizza corsi di Yoga e meditazione con l'intento di promuovere e studiare i valori della tradizione del Sanathana Dharma: Ahimsa (non violenza), Prema (amore), Shanti (pace), Dharma (rettitudine), Sathya (verità). Gli strumenti consistono, principalmente, nell'organizzazione di corsi di Hatha Yoga e meditazione, e inoltre nella promozione di iniziative, manifestazioni, incontri, pubblicazioni o altre attività che diffondano l'esercizio e lo studio delle discipline orientali e della cultura degli antichi testi vedici, vedantici e, più in generale, della tradizione del Sanathana Dharma.
RAGIONI DI UN NOMEIl nome, comune nella tradizione yoga, è formato da due termini sanscriti, "hatha" e "vidya". Il significato, come è stato spiegato dallo studioso forse più importante delle origini dello Yoga, l'americano G. Feuerstein, è quello di "conoscenza (vidya) dell'hatha yoga", laddove con il termine "hatha" in sanscrito si intende anche "forte, potente, persistente". "Hatha Yoga" significherebbe così Yoga (unione mistica) che richiede forza, disciplina, persistenza. Oggi con i termini Hatha Yoga e Hatha Vidya (meno comune) si intendono generalmente le scuole di Yoga basate sugli asana, o posizioni, ma come si vede l'origine etimologica fa più riferimento alla forza di volontà e alla determinazione che a un insieme di posizioni fisiche.
Il termine "hatha" ha però, come riconosce anche lo stesso Feuestein, un significato più esoterico e profondo, poiché le due sillabe da cui è composto, "ha" e "tha", sono frequentemente riferite a surya, il sole, e chandra, la luna. La parola "Hatha" denota così uno dei concetti più antichi delle tradizioni mistico-esoteriche, che nelle diverse vie prende il nome di volta in volta di yin-yang (taoismo), animus e anima (psicoanalisi junghiana), e chi più ne ha più ne metta. Insomma, come dicevano gli alchimisti medievali, l'unio mystica di maschile e femminile. Nella tradizione Yoga il termine Hatha assume poi anche un significato più preciso e circostanziato, legato alla fisiologia del corpo sottile su cui, principalmente, agiscono gli asana o posture e il pranayama o esercizi respiratori. "Ha" e "Tha", sole e luna, rappresentano i flussi delle due energie che scorrono nel corpo umano, più in particolare ai lati della Susumna, la nadi (canale energetico sottile) principale lungo la colonna vertebrale, e prendono il nome di Pingala e Ida. Scopo dello Yoga è riportare in equilibrio i due flussi ("Hatha Vidya") e consentire così la risalita dell'energia lungo il canale centrale, dal chakra di base (Muladhara) fino alla sommità del capo (Sahasrara). La spiegazione può apparire troppo astratta; in realtà è abbastanza frequente, già dopo pochi mesi di pratica Yoga seria ed assidua, avvertire il movimento dell'energia lungo la schiena, e rendersi conto che la fisiologia sottile su cui è imperniata la disciplina non è poi così fantasiosa. La cosiddetta Kundalini è molto più reale di quanto all'inizio si possa sospettare. Patanjali stesso, l'autore del testo fondamentale dello Yoga, gli Yoga Sutra, viene spesso chiamato nelle shastra con il nome di Ananta, il serpente dalle mille teste, simbolo dell'unione di Ida e Pingala. D'altra parte, ritroviamo la stessa simbologia nel Caduceo, il mitico bastone alato di Mercurio, emblema ancor oggi della scienza medica. Si possono trovare alcuni approfondimenti di questo tema, cui qui si è accennato in termini superficiali e affrettati, nella sezione relativa allo Yoga del sito. CollaboratoriMARCO RUSTIGNOLI
Ho iniziato ad interessarmi alla disciplina dello yoga in un viaggio in Asia nel 2005. Sono laureato in Economia e in quel periodo lavoravo all’estero in pianta stabile ed il mio tempo era quasi completamente occupato dall’attività lavorativa, quindi non riuscivo a praticare. Nel 2008 sono rientrato a Forlì e da allora frequento i corsi di Yoga e meditazione tenuti da Ivan. I benefici che questa disciplina mi ha donato, sia in termini di salute del corpo che di serenità, mi stanno dando ulteriori motivazioni a mantenere una pratica regolare e costante. FRANCESCA MUSCI
Sono laureata in Traduzione e lavoro presso una ditta che commercia con l'estero. Mi sono avvicinata allo yoga per curiosità, perché me ne avevano parlato positivamente. Pratico yoga e meditazione con Ivan dal 2008 e posso affermare che i benefici sia a livello fisico che spirituale sono indiscutibili e sempre maggiori. La passione per questa disciplina mi ha spinto a visitare l'India, anche se purtroppo solo per un breve periodo, e ad approfondire la pratica con corsi e seminari. LEONARDO CISTERNI
Sono stato per diversi anni calciatore professionista (con qualche apparizione in serie A nel Bologna ed esperienze in Germania e in Australia) e attualmente dirigo una scuola di nuoto molto attiva in riviera nel periodo estivo. Mi piace lavorare per il benessere delle persone, ho diplomi di Istruttore di Fitness e Yoga Alliance. L'incontro con la scuola Satcitananda e con Ivan mi fatto scoprire la dimensione spirituale dello Yoga aggiungendo valore alle mie attività e una nuova consapevolezza. PAOLA CAI
Sono diplomata al Liceo Artistico, OSS qualificata ed istruttrice di nuoto FIN, in particolare sono specializzata nell'insegnamento del nuoto ai bambini. Sono predisposta ad operare a contatto con le persone ed ho lavorato nel settore dell'assistenza e della disabilità. Con lo Yoga Satcitananda ho trovato una disciplina che mi appassiona e mi permette di migliorarmi e di dedicarmi al benessere del prossimo. Bhairavasana a Puttaparthi - 2015
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Ivan Zattini è laureato in Filosofia e ha cominciato a praticare Yoga nel 1985 con la guida si Swami Maheshananda. Ha tenuto il suo primo corso di Hatha Yoga nel 1990 e da allora ha insegnato in migliaia di lezioni e in decine di seminari e ritiri. Attraverso numerosi viaggi in Oriente ha approfondito la pratica e lo studio in Kerala, in Tamil, a Mysore, a Varanasi, a Rishikesh e in Himalaya, dove ha visitato le quattro sorgenti dei fiumi sacri a Yamunotri, Gangotri, Kedarnath e Badrinath. Ha soggiornato a lungo in particolare negli ashram di Tiruvannamalai, Puttaparthi e amritapuri. Ha studiato anche Vipassana in Thailandia e advaita vedanta con Swami Hamsananda. E' autore di saggi di stampo semiotico e filosofico e dei volumi "L'azione senza fine. Peirce e l'etica del senso", un saggio di filosofia dell'azione che chiarisce cosa significa agire nella pratica yoga dal punto di vista filosofico, e "Posture per il congedo", una raccolta poetica che scaturisce dall'esperienza meditativa. Ha commentato l'intera Divina commedia di Dante come guida per la meditazione pubblicando oltre cento video su Youtube. Ecco qualche breve parola di presentazione per chi non lo conosce e desidera avvicinarsi ai suoi corsi con qualche informazione in più.
Ivan mentre esegue Durvasana in riva all'oceano a Gokarna - 2011
Ho cominciato ad interessarmi alle filosofie orientali e alla pratica dello Yoga e della meditazione nel 1984, grazie ai libri di Paramahansa Yogananda e ad un amico di nome Valerio, assieme al quale presi anche la decisione di diventare vegetariano. Allora studiavo filosofia all'Università di Bologna, dove mi sono poi laureato con Umberto Eco con una tesi su Charles Sanders Peirce, un autore che ancora oggi frequento con passione, il padre della semiotica e della logica moderne. Da lui ho imparato (e il processo è ancora in corso) a risalire lungo i meccanismi della donazione di senso nel linguaggio, che è poi una efficace tecnica di meditazione, e a vedere le parole non come semplici etichette, come vuole per lo più la tradizione metafisica aristotelica, ma come costruttrici e fondatrici del mondo cosiddetto reale (gli amici filosofi mi perdoneranno le semplificazioni). Non a caso, credo, uno dei darshana più profondi della filosofia hindu indica nello studio della linguistica e della grammatica (vakyapadiya, la "paideia" della vac, la parola) una delle vie principali per raggiungere l'illuminazione (o meglio, per sfrondare ciò che misteriosamente la oscura).
Negli anni '80 ho studiato Hatha Yoga e Karate a Bologna alla scuola di Swami Maheshananda: anni straordinari, di grandi scoperte, di bhakti travolgente, coronati dal mio primo viaggio in India, nel 1990, anno in cui ho incontrato per la prima volta Sathya Sai Baba e Mata Amritanandamay Ma. All'inizio degli anni '90 ho cominciato ad insegnare Yoga (a Faenza) e a guadagnarmi da vivere facendo l'insegnante di lettere. Amo insegnare: negli anni ho capito che è ciò che mi serve per aderire al mio dharma. Inoltre, non è una banalità, ciò che si impara insegnando è sempre molto di più di ciò che si cerca di trasmettere. Nel corso dei miei numerosi viaggi in India ho studiato principalmente i metodi Sivananda, Iyengar e da ultimo Ashtanga, con i maestri Lino Miele e Sri k. Patthabi Jois. Prima che un insegnante sono un praticante: praticare Yoga è per me una vera gioia, riempie di senso e di presenza anche tutte le altre attività che svolgo e che normalmente caratterizzano una vita umana. Ho anche studiato diverse tecniche del massaggio ayurvedico, metodo Govindan, che considero una profonda forma di conoscenza, in Karnataka e in Kerala. Tutto questo non avrebbe senso se non poggiasse sull'intelaiatura impalpabile e leggera del Vedanta, il "rasoio di Occam" definitivo per ogni pretesa di potere, affermazione, durata. Namasté A Mysore con il maestro Sri k. Pattabhi Jois nel nuovo shala...
... e nel vecchio shala.
A tavola con il maestro Swami Maheshananda e Clara Massetti, la mia prima insegnante di Hatha Yoga, nel lontano 1985.
Con il maestro David Swenson
A spasso per l'India
Con il maestro di tabla a Mysore
Con Swami Nirvanananda e altri amici dopo un fortunato colloquio con Sri Sathya Sai Baba
Nella splendida dimora del mio amico Giuliano a Bidupalli (con mogli)
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